Paolo Angelotti, scultore italiano nato a Roma nel 1947, ha concretizzato
il suo percorso artistico in circa trenta anni di attività, trenta
anni interrotti da brevi o lunghe "assenze" di riflessione.
Le sue "strutture plastiche" sono la concretizzazione della
sua idea artistica e della sua visione della vita. La scelta dei materiali
non è casuale i suoi "momenti artistici" sono caratterizzati
prevalentemente dal legno o dal metallo o dal cemento. Le forme plastiche
che escono dal legno, "nascono" dal legno, è un "parlare"
del materiale che con le sue nervature, con le sue impurità,
i suoi "nodi" contribuisce alla concretizzazione dell'idea.
Il legno materiale vivo che collabora con lo scultore alla realizzazione
dell'espressione. La forma diventa espressione. E' un mondo melanconico
forse drammatico sicuramente autobiografico. Il metallo è "cattivo",
le sue asperità, i suoi picchi creano forme angolose "pungenti",
"taglienti" la visione realistica di un'idea negativa, la
visione idea in un mondo senza idee supreme, tecnocratico, meccanico,
virtuale, forme aspre nella completa assenza dei sentimenti e delle
passioni, un mondo senza senso dove le strutture assumono fattezze evanescenti,
ma concretamente incisive. Il metallo materiale inerte, il legno cellula
viva, eppure la continuità espressiva è assicurata, l'accostamento
stridente è solo casuale. L'idea è il filo che lega questi
materiali. Queste opere sono il curriculum di Paolo Angelotti al di
la di mostre o esibizioni più o meno importanti (le opere di
Paolo Angelotti sono in teatri e luoghi importanti) vale il valore espressivo,
se le "strutture" arrivano al cervello dell'interlocutore
esse avranno raggiunto il loro scopo, in caso contrario......?
|