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Marino Marinelli

NOTE BIOGRAFICHE


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MARINO MARINELLI nasce a Trieste il 23 febbraio 1954, sotto il segno dei Pesci.
Compiuti gli studi superiori a carattere scientifico, si è laureato in architettura presso l'Istituto Universitari di Architettura di Venezia.
Autodidatta in pittura, è stato presente sulla scena espositiva in rassegne personali e collettive, a carattere locale e nazionale, dall'inizio degli anni Settanta. Ha compiuto viaggi di studio in Austria, Cecoslovacchia, Croazia, Germania, Grecia, Marocco, Spagna, Tunisia e Ungheria. Tali esperienze hanno contribuito a indirizzare l'artista verso studi e ricerche in campo esoterico, alchemico e cabalistico e le puntate nei paesi del Magreb lo hanno condotto ad avere contatti con alcune correnti del Sufismo.
Attualmente impiegato, sul piano professionale, presso la Pianificazione Urbana del Comune di Trieste, ha effettuato importanti interventi architettonici, quali la realizzazione del Palco a San Giusto per la visita del Papa Giovanni Paolo II a Trieste (1992) e la progettazione del Giardino di Sant'Andrea a Trieste (1998).
Ha effettuato un intervento artistico eseguendo un drappo pittorico di grandi dimensioni (metri 1,50 x 6) per la manifestazione "Un percorso animato: le mura di Treviso" (1998).
Ha partecipato, con successo, a pubblici concorsi e manifestazioni di Industrial Design, a livello nazionale e internazionale (Francoforte sul Meno, Tokyo,..) ed effettuato arredamenti di interni, scenografie e allestimenti per pubbliche manifestazioni.

 

MOSTRE PERSONALI


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Sala " C. Sofianopulo ", Trieste, 1976

Circolo "Il Carso", Trieste, 1978

Galleria d'Arte "Tavolozza d'Oro",Trieste, 1978

"Haarlem Gallery", Padova, 1978

Galleria d'Arte "Mazzini", Genova, 1979

Azienda Autonoma di Cura e Soggiorno, Grado (Gorizia), 1979

Auditorium "San Rocco", Grado (Gorizia), 1979

Art Mondial Gallery, Milano, 1980

Sala Comunale d'Arte, Trieste, 1981

Galleria d'Arte "Boccadasse",Genova, 1981

Art Expo Brescia, Brescia, 1984

Galleria "Vicolo Quartirolo", Bologna, 1984

Sala Comunale d'Arte, Trieste, 1990

Galleria "Vicolo Quartirolo", Bologna, 1991

Studio Gnaccarini, Bologna, 1994

Aeroporto Regionale F.V.G., Ronchi dei Legionari (Gorizia), 1998

Art Gallery, Trieste, 2000.

Sale espositive A.P.T. Trieste , Sede di Sistiana (TS), 2001


PRINCIPALI COLLETTIVE RECENTI


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Marino Marinelli ha partecipato, dal 1972 a oggi, a numerose rassegne collettive in diverse località italiane (tra queste Bologna, Ferrara, Mantova, Verona, Gardone Riviera, Trento, Milano, Pescara, Gorizia, Bormio, Modena, Genova, Roma, Bari, Treviso, Venezia) ed estere (Francoforte, Lijubliana, Monaco di Baviera, Nizza, Toronto, Tokyo). Durante l'ultimo triennio, le principali sono state:

"La Ventura delle venture" Gradisca (Gorizia), 1998

"Un itinerario animato: le mura di Treviso", Treviso, 1998

3° Concorso Internazionale di Pittura, Scultura e Grafica "Omaggio a Waldes Coen"
Sale A.P.T. Sistiana, Trieste, 1999 - 4° Premio

"Verso il Giubileo 2000" Scoletta di San Zaccaria, Venezia, 1999

4° Concorso Internazionale di Pittura, Scultura e Grafica "Omaggio a Waldes Coen"
Sale A.P.T. Sistiana, Trieste, 2000. - 1° Premio

"Un mondo senza confini" Pergine Valsugana (TN), S.Zeno di Cassola (TV), Palazzo della RAS Trieste, Ottobre - Novembre 2000

5° Concorso Internazionale di Pittura, Scultura e Grafica "Omaggio a Waldes Coen"
Sale A.P.T. Sistiana, Trieste, 2001. - 6° Premio

BIBLIOGRAFIA


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Claudio H. Martelli:
"Artisti Triestini del Novecento"
ADA - Trieste, 1979

Art Expo Brescia
Catalogo dell'Expo
Ente Italia Artistica - Trescai, 1981

Claudio H. Martelli:
"Artisti di Trieste, dell'Isontino, dell'Istria e della Dalmazia"
Hammerle Editore - Trieste, 1985

"Giovanni Paolo II a Trieste"
Edizioni Vita Nuova - Trieste, 1992

Claudio H. Martelli:
"Dizionario degli artisti di Trieste, dell'Isontino, dell'Istria e della Dalmazia"
Hammerle Editore - Trieste, 1996

"Da Trieste a Trieste"
Comune di Trieste - Trieste, 2000.

Hanno scritto di lui, tra gli altri:
Milko Bambic, Sergio Brossi, Aldo Castelpietra, Orfango Campigli, Luigi Danelutti, Elio Marcianò, Claudio H. Martelli, Sergio Micalesco, Lorenzo Michelli, Carlo Milic, Sergio Molesi, Giulio Montenero, Alerino Musiani, Gabriella Niero, Livio Officia, Silvia Ramini.

NEI SIGNIFICATI DELL'ESISTENZA


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La luce in pittura è antico frutto alchemico: è Plotino ad insegnare che tutti i corpi ricevono la forma del loro colore e la possibilità di manifestarlo dalla luce immateriale. La pittura, perciò, nel totale dello spazio prescelto, assimila gli archetipi luminosi animando la superficie: tinte, ma, soprattutto materia, che generano quelle forme e quei segni portati in composizione, ma sempre immanente filiazione dell'origine e della natura del pigmento. L'opera, allora, composta dalle alchimie dei colori, appare come un'azione sacrificale, che trasmuta i metalli in essenze veraci e fantastiche.
Agli archetipi ritmici compete fissare i termini delle trasmutazioni: ritmi sono le colonne su cui si leva il cosmo.
Complesso è quindi l'articolarsi della lezione visiva, in accordo con il fluire e il comporsi della materia in immagine nel dipinto: e se un dato essenziale (e animante) nel tessuto rappresentativo è costituito dalla luce, per successive velature, egual forza acquista l'elemento narrante. In una certa quantità di materia, nel gelo del non essere, la causa efficiente dell'invenzione imprime la forma concepita, come un sigillo perenne: così si parla, appunto in alchimia, dell'intervento delle cause efficienti, quale mediazione tra la Causa prima e le cose sensibili.
Marino Marinelli ha percorso gli impervi sentieri della ragione, cercando nell'antico le radici profonde dei nessi che, ieri come oggi, avvincono l'arte al suo destino, muovendosi - come scrive Paracelso - tra le cose, come si sta tra suoni di campane in una foresta di notte e se la loro causa ci è ignota è perchè non camminiamo nella LUCE.
Da tale investigare appaiono le sue opere recenti, ponderato riferirsi all'immagine del simbolo che traspare nel sedimentarsi della materia-colore in forme frutto della creazione immaginativa: ritmi che sono statuizione architettonica, ma, allo stesso tempo, dispiegamento della fantasia visionaria che inquadra, fondendoli, i germi magici di una stagione azzurrata, come dev'essere quanto emerge nell'età

Così le immagini, che traggono sostanza dal manifestarsi di un movimento ritmico, condotto a struttura, rammentano che ogni cosa si proietta nel tempo molteplice da una realtà che è fuori del tempo, unitaria, da un unus mundus dove non si distingue interno ed esterno, carattere e destino, uomo e cosmo, merito ed evento, verità e ordalia...
Marinelli salda tali significati per farne esistenza stessa della pittura, materializza, quindi, interrogativi e sintesi emblematiche: la sua pittura si fonda perciò su di un nucleo che della rappresentazione non esplica conclusioni, ma vie di lettura e di analisi, dilatazioni
verso campi di intuizione intellettuale, quelle Porte oltre cui dimora la conoscenza esoterica.
D'altronde l'impianto delle immagini pittoriche appare di per se tesi convincente nel suo assetto perfettamente definito, nella qualità delle campiture e nell'esito ragguardevole della ricerca luministica.
Inoltre nella codificazione del messaggio si innestano, volta per volta, elementi didascalici, che rimandano alla realtà vissuta nel trompe-l'-oeil: basta osservare il velo, posto quale tramite di illusione nella ricerca, per percepire come un dato accomunato al simbolo riesca ad illustrare una quantità che già l'evento e l'oggetto hanno di sé; suggestione visiva che al fantastico aggiunge il possibile dell'incrocio con il reale.
Marinelli così mette a partito lo stimolo ottenuto dall'indagine, delineando gli esiti di una pittura, che ha dalla sua la capacità di assommare un atteggiamento di lucidità alla coscienza di comporre delle immagini rigorose, ispirate a un lessico culturale sensibile ad arcani messaggi

Carlo Milic

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I trent'anni spesi nell'esercizio della pratica pittorica sono stati per Marino Marinelli non solo un avventuroso percorso culturale e stilistico, ma anche una sorta di cammino di elezione sul piano esistenziale e spirituale, che merita qui brevemente considerare, perché può costituire per tutti noi un positivo modello di comportamento.
Agli inizi, nel corso degli anni settanta, l'artista si dedicò alla restituzione di tematiche ambientali e paesistiche, anche correlate a peculiari interpretazioni della natura carsica, rese con un vivace piglio impressionistico e con un cromatismo corrusco non esente da portati espressionistici.
Era una maniera legata alla flagranza del vedere e all'urgenza del sentire in un approccio, tutto sommato, immediato all'aspetto fenomenico del reale.
Col montare degli anni ottanta e con le nuove esperienze che Marino Marinelli visse nel campo delle ricerche cabalistiche, esoteriche e filosofiche, l'ambiente naturale del paesaggio cominciò ad accogliere i segni della presenza umana, quali manufatti ed architetture, e, infine, vi fece irruzione la figura, che, gradualmente, assunse connotazioni sempre più simboliche, sino a costituirsi quale elemento dirompente e disordinante di un approccio fenomenico che non era più vissuto come soddisfacente.
L'irruzione nel paesaggio della figura umana, carica di misteriosi significati esoterici e simbolici, cambiò i connotati dell'ambiente naturale, ne prosciugò i dati atmosferici e contingenti (ultimi a resistere sono le nubi del cielo e i flutti del mare) e fece virare il chiarore del giorno verso le ombre del crepuscolo.
Nel contempo, a seguito dei suoi studi di architettura, Marino Marinelli espunse dall'immagine pittorica anche la certificazione della presenza umana, trasformata in un drappo allusivo, e, all'inizio degli anni novanta, quasi simbolicamente, furono varcate le Colonne d'Ercole poste tra il Fisico e il Metafisico.

Ma era pur sempre una dimensione metafisica esperita in una concezione ancora legata all'esteriorità memore del dato naturale.
Bisognava calarsi nei più profondi recessi della psiche, nella cantina segreta dell'anima, nei più bui angoli della dimensione spirituale per rinvenirvi il sentiero nascosto di un autentico percorso di elezione.
Negli ultimi tre anni il simbolico drappo della presenza umana, attraverso una sorta di breccia aperta nella dimensione materiale, va a collocarsi nell'interiorità di
una plaga segreta, dove si vivono le mutazioni alchemiche, si progettano i percorsi di ricerca e ci si prepara alla vittoriosa conquista della luce dello spirito.
Sono interni allusivi, costruiti col rigore del designer e la fantasia dello scenografo, dipinti coi colori acrilici (per lo più nelle tinte sapienziali dell'azzurro e del verde), a restituire un sentore di durata ferrigna e lapidea, ma toccato da una luce superiore, resa con l'intervento del pastello.
Qui si situano, accanto al drappo simbolico, bacini, crogioli e calici e sulle pareti si accampano i simboli cifrati di rituali iniziatici, mentre, finalmente, una feritoia aperta sull'infinito si pone come nicchia di luce e quale viatico per il cammino di elezione.
E così, adempiuto il precetto della sapienza ellenica del "conosci te stesso" e superato il dettato della mistica druidica, discesi nelle più profonde plaghe della dimensione psichica, si può essere iniziati a un percorso che ci mena alla porta dell'anima.
Fatto risuonare il batacchio di quest'ultima si apre il cielo di una nuova conoscenza esoterica connessa ai fondamenti segreti delle tre grandi religioni monoteistiche. Ed infine, fatte tutte queste esperienze, le conoscenza di se stessi diventa più completa nel fuoco avvolgente di una sapienza totale e coinvolgente, che si pone quale fondamento per


l'edificazione di una dimensione spirituale compiuta e perfetta.
Tutti i trenta anni che Marino Marinelli ha dedicato alla pratica della pittura sono stati un cammino alla ricerca del senso della vita, ma il sentiero umbratile che egli ha percorso in quest'ultimo lasso di tempo, e che è documentato in questa mostra, è stato una sorta di
discesa nel profondo per rinvenirvi i fondamenti della vita spirituale.
E, in questo periodo di cambiamenti epocali, ciò costituisce per tutti noi un positivo modello di comportamento.

Sergio Molesi


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P
er contattare Marino Marinelli :
MARINELLI@comune.trieste.it

vive e lavora a Trieste, in Via Luigi Pirandello n° 55.
Tel. 040.830.544

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